di Giuseppe Ianni
Quando si apre il boccascena è sempre un’emozione e la magia si rinnova. L’apertura del San Carlo, per la nuova stagione ha rappresentato il rinnovo della speranza, il ritorno alla vita sociale e culturale che tutti aspettavamo con esultanza. Finalmente, è partita la grande opera con l’Otello di Giuseppe Verdi e dopo una prima sensazionale che ha visto partecipe il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e tantissime personalità istituzionali e della cultura, nonché un caloroso pubblico che da sempre segue il massimo napoletano, ancora una ventata di novità nella regia dal rinnovamento epocale. Il regista Mario Martone ha dato all’opera una nuova adattazione scenica che non è più la Cipro cinquecentesca, come avamposto della Serenissima ma, con un’ambientazione nel Medioriente dove nuovi eserciti occidentali si pongono come portatori di pace. Per lo spettatore, assiduo frequentatore della celebre opera Verdiana, abituato all’immagine del Moro di Venezia in austeri costumi cinquecenteschi mal si adatta alla prima scena, ma poi, l’opera ti rapisce e la magia della lirica ti trasporta nel dramma sempre più attuale. Infatti la tragedia che domina tutta l’opera rimarca il femminicidio, così attuale ed esalta il personaggio di Desdemona che lotta fino alla fine con una nuova forza interiore prima di obbedire al tragico finale che la vede soccombere, inerme, al dramma della gelosia che si consuma. Artefice di questa nuova figura di Desdemona è Maria Agresta, soprano di grande talento che affiancata al tenore Jonas Kaufmann dominano l’opera verdiana. Come sostiene Stephane Lissner, Sovrintendente del Teatro di San Carlo, l’opera Otello è un progetto teatrale e musicale, adattato alla nostra contemporaneità dalla nuova regia di Mario Martone, facendo muovere i personaggi sotto una nuova luce di scena ma senza alterare la drammaticità lirica ideata da Arrigo Boito. Il sentimento della gelosia, il femminicidio ancora oggi pervadono la nostra quotidianità; questo dimostra come i sentimenti dell’uomo sono così radicati che, nonostante la nostra emancipazione, si rimane vittima di passioni che turbano l’animo umano, fino ad armare la mano contro la persona amata. Così, l’opera sfatata dai costumi e dai luoghi storici, torna ad essere ancor più attuale e grazie ad un cast di cantanti di importante levatura è stata applaudita lungamente in tutte le rappresentazioni. Così, Desdemona, la vittima del dramma, assume un nuovo ruolo femminile molto più intenso, dove si ribella, si impone con la pistola in pugno verso Otello, obbedirà al suo destino ma con una nuova consapevolezza interiore. L’eccellente interprete Maria Agresta, con anfibi ai piedi, canotta bianca e capelli al vento è l’eroina che soccombe ma, vive di un’intensa luce che trasmette passione, catturando gli spettatori che esplodono in radiosi applausi. Non c’è che dire, un’interpretazione magistrale che rimarrà negli annali delle grandi interpreti del dramma lirico verdiano.